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Freediving: lo sport dell’apnea subacquea

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Il freediving è un’attività sportiva molto in voga tra chi ama il mare, nonché una disciplina riconosciuta a livello mondiale e che ha fatto registrare, negli ultimi anni, alcuni dei record più incredibili.

Conosciuta anche come apnea subacquea, può essere praticata a ogni genere di livello, da quello amatoriale a quello professionistico. Nonostante venga spesso inserito tra gli sport acquatici minori, oggi attira sempre più le attenzioni e l’interesse di sponsor e organizzazioni del settore.

Svolgendosi in acqua, si tratta di uno sport in cui la sicurezza deve essere sempre al primo posto e che richiede un’importante preparazione fisica. I suoi rischi, infatti, sono diversi e riguardano, soprattutto, l’apparato respiratorio degli atleti. Per questo motivo, prima di avvicinarsi al free diving, è necessario sottoporsi a una serie di visite che attestino l’idoneità della persona.

 

Cos’è il freediving 

L’apnea subacquea si pratica all’interno di un ambiente ben definito, ovvero l’acqua e prevede una speciale capacità di trattenere il fiato mentre si scende in profondità e si esplorano luoghi sempre molto affascinanti e suggestivi.

Per tanti anni, il freediving è stato considerato uno sport per pochi, appannaggio di coloro che del mare avevano fatto il proprio lavoro e il cui unico scopo era di realizzare record sempre più difficili e sorprendenti, di quelli che finiscono nel guinness dei primati.

apnea subacquea

Oggi, invece, si sta diffondendo in modo capillare e si sta trasformando velocemente, diventando una disciplina alla portata di tutti e che abbraccia un sempre più vasto settore di appassionati.

Tecnicamente, le apnee subacquee prevedono un’immersione senza alcun ausilio per respirare, ma soltanto con la tradizionale attrezzatura di un sub, ossia muta, maschera e pinne. Il resto viene lasciato alla capacità dell’atleta di trattenere il fiato mentre, attorno a lui, l’ambiente marino offre uno spettacolo unico.

 

Tipologie di freediving

All’interno delle apnee subacquee, esistono diverse tipologie di stili, ciascuno dei quali caratterizzato da specifiche peculiarità che rendono la disciplina più o meno difficile:

  • L’apnea statica, ovvero quella che prevede soltanto di trattenere il respiro per il maggior tempo possibile;
  • L’apnea dinamica, vale a dire quella che abbina al trattenere il respiro anche il movimento. In questo caso, l’obiettivo dell’atleta è di raggiungere la maggior distanza possibile da percorrere in verso orizzontale;
  • L’apnea profonda, invece, è quella che prevede il raggiungimento della profondità massima percorribile trattenendo il fiato e per la quale si usa un cosiddetto “cavo guida” che aiuta il sub a scendere. Questa tecnica, a sua volta, prevede una differenziazione in apnea profonda ad assetto costante, in assetto variabile regolamentato e in assetto variabile senza limiti.

Nel primo caso, l’atleta sfrutta la propulsione del proprio corpo, migliorata dall’utilizzo delle pinne. Nel secondo, utilizza una sorta di slitta zavorrata di non oltre 30 kg per la discesa e il cavo di guida per la risalita, come una sorta di arrampicata. Infine, l’assetto variabile senza limiti consiste in una discesa tramite una slitta zavorrata senza limite di peso e una risalita tramite un pallone a gas.

Ciascuna di queste tecniche prevede un allenamento specifico che può essere svolto soltanto in strutture adeguate e munite delle attrezzature idonee al caso, come le piscine. Inoltre, c’è anche un aspetto psicologico che si impara attraverso vari training mentali e respiratori. Tra questi, il prana-jama, una pratica yoga che facilita la respirazione e la rende migliore e più controllabile.

 

I rischi del freediving

Essendo uno sport che si basa sul trattenere il respiro sott’acqua, il free diving presenta diversi rischi e pericoli per chi lo pratica. Questo è il motivo per cui viene considerata una disciplina che può praticare soltanto chi è in possesso sia delle conoscenze necessarie sia della preparazione fisica adeguata.

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I maggiori pericoli del praticare lo sport dell’apnea sono legati a una durata eccessivamente prolungata della stessa, che può causare danni gravi. Tra i più comuni c’è la cosiddetta “iperventilazione”, in seguito alla quale si registra una riduzione improvvisa della pressione parziale dell’anidride carbonica del sangue, l’aumento delle pulsazioni cardiache e la comparsa di un pericoloso senso di ebbrezza.

Il modo migliore per impedire di andare in iperventilazione è imparare la già citata tecnica del prana-yama. Questa, infatti, consente all’atleta di raggiungere un livello ideale di ossigenazione e un rilassamento psico-fisico ideale per affrontare un’immersione subacquea.

Un altro rischio che si può correre durante una battuta di freediving è legato alla carenza di ossigeno nei tessuti e nel sistema nervoso centrale. In questo caso, l’atleta può andare incontro a delle reazioni del tutto particolari, come il cosiddetto “Samba” o stato prensicopale, durante il quale si registrano movimenti coscienti ma incontrollati e che tendono a ripercorrere quelli precedenti al malessere.

Inoltre, si corre il pericolo di andare incontro al “black-out”, più comunemente conosciuto come sincope. Si tratta di una mancanza di ossigeno, in seguito alla quale il cervello reagisce scollegando ogni funzione tranne quelle vitali. Infine, nei casi più gravi, il sub può andare incontro a lesioni cerebrali permanenti, quando, in seguito al black-out, deve essere rianimato. Oppure, situazione peggiore, alla morte se non riceve soccorsi immediati.

 

I migliori record di profondità dell’apnea subacquea

Ogni volta che si parla di free diving, il pensiero va agli straordinari record che i migliori atleti di tutto il mondo hanno realizzato negli ultimi anni. Si tratta di performance strabilianti, durante le quali freediver professionisti hanno raggiunto profondità incredibili in condizioni non sempre favorevoli.

Nelle immersioni a cronometro femminili, ovvero quelle in cui il sub sta sia con il naso sia con la bocca sott’acqua e senza attrezzatura, il record appartiene all’atleta russa Natalja Moltschanowa che è riuscita a rimanere in apnea per 9 minuti e 2 secondi. Il record è ineguagliato da dieci anni, visto che risale al 29 giugno del 2013. Tra gli uomini, invece, il record appartiene al francese Stéphane Mifsud che, nel 2009, è rimasto sott’acqua per ben 11 minuti e 35 secondi.

Riguardo, invece, alle immersioni in apnea a distanza, il suo obiettivo è percorrere quanta più distanza possibile con un unico respiro senza pinne o con le pinne. Nel primo caso, il record femminile risale al 1° luglio del 2017, quando l’atleta polacca Magdalena Solich-Talanda ha percorso 191 metri. Per gli uomini, il record è di 244 metri ed è condiviso da un altro polacco, Mateusz Malina e dal greco Giorgios Panagiotakis. I due hanno tagliato il prestigioso traguardo il 2 luglio del 2016.

Anche i record per le immersioni in apnea a distanza con le pinne appartengono ai due atleti polacchi. Tra gli uomini, Mateusz Malina ha raggiunto i 300 metri, mentre Magdalena Solich-Talanda si è fermata a 243.

Passando alle immersioni in apnea in profondità, esistono diversi record, in base ai pesi utilizzati. Nella disciplina senza limiti femminile, il record è dell’americana Tanya Streeter con i suoi 160 metri raggiunti il 17 agosto del 2002. Tra gli uomini, invece, il primato è dell’austriaco Herbert Nitsch che, il 14 agosto del 2007, ha raggiunto i 214 metri.

Nelle immersioni in apnea in assetto costante, infine, il record è di un’atleta italiana, ovvero Alessia Zecchini. Il 27 marzo 2023 ha migliorato quello che era già un suo primato stabilito nel luglio del 2018. Dai 107 metri di profondità, infatti, la Zecchini è arrivata a 109 metri.

La straordinaria performance dell’atleta italiana è avvenuta all’interno di una delle più importanti competizioni internazionali di immersioni, ossia la “Secret Blue”. La manifestazione si è svolta nelle acque di MoalBoal, una località subacquea che si trova nell’isola di Cebu, nelle Filippine. Il record è stato ottenuto nel tempo di 3 minuti e 26 secondi.

Tuttavia, i prestigiosi traguardi dell’atleta italiana non si fermano qui. Infatti, anche il record di immersione in apnea in assetto costante senza pinne appartiene a lei, in grado di raggiungere i 73 metri di profondità sempre nel luglio 2018.

Infine, la campionessa italiana vanta un altro record di freediving. È stata, infatti, la prima donna ad aver toccato la profondità di –100 metri con il solo utilizzo delle braccia. Il primato è del 18 ottobre del 2019, durante la manifestazione “Nirvana Oceanquest”.

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Mattia F.
Amante del mare e di tutto ciò che ha a che fare con l'acqua. Sempre alla ricerca di nuove avventure e di onde da cavalcare.
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